Siracusa
Siracusa è città di antiche tradizioni marinare, polo culturale mediterraneo e terra dominata da storia e natura. Plemmirio, cantato da Virgilio, è il promontorio sulla costa siracusana che ha dato il nome all’Area Marina Protetta presso i luoghi di penisola Maddalena – Capo Murro di Porco .
Vista Porto Grande di Siracusa
Siracusa e il Plemmirio, oltre a quello naturalistico, custodiscono un altro impareggiabile tesoro non meno prezioso rappresentato dagli elementi testimoniali – materiali e immateriali – della storia dell’uomo di questo territorio: tradizioni, mosaici, ceramiche, chiese rupestri, masserie, torri, palmenti mulini, per non parlare dell’immenso patrimonio sommerso custodito nelle silenziose profondità del mare.
Vero e proprio crocevia del Mediterraneo, fin dalla preistoria, Siracusa è stata lo scenario che ha visto succedersi e fondersi popoli di civiltà diverse che hanno lasciato la loro indelebile impronta in tanti settori dell’attività umana.
Questo tratto di costa ha rappresentato il crocevia di storie e culture millenarie come è testimoniato dalla concentrazione, in solo sei chilometri di costa, di testimonianze umane dalla preistoria fino ai giorni nostri.
- La “Grotta Pellegrina” e stata sede di lunghi studi che hanno permesso di identificare la stessa come luogo di rifugio dell’uomo preistorico.
- A punta della Mola è osservabile una necropoli dell’età del bronzo con tracce del villaggio annesso.
- Lungo la costa esistono ben sei latomie (cave estrattive di età greca) a testimonianza ulteriore che in quest’area sorgeva l’antico quartiere sub-urbano del Plemmyrion oggi scomparso.
- A Punta della Mola e Capo Murro di Porco si snodano anche estesi complessi di tunnel sotterranei usati come contraerea nella seconda guerra mondiale.
- Nella zona della Grotta Pellegrina si trovano due interessanti cisterne per l’acqua piovana probabilmente risalenti al secolo XIX, testimonianza di antiche colture.
Lo stretto legame tra risorse naturalistiche e risorse culturali si traduce in una formidabile offerta turistica molto diversificata con conseguenti nuove e importanti opportunità per lo sviluppo sostenibile del sistema economico siracusano. Fonte: sito istituzionale AMP Plemmirio
Per maggiori informazioni visita il sito dell’AMP Plemmirio
Parco Archeologico della Neapolis
Un parco di monumenti tra i più famosi ed importanti al Mondo.
Il Parco Archeologico della Neapolis, situato nella parte nord-occidentale della città moderna, ed esteso circa 240.000 mq., è uno straordinario palinsesto della storia dell’antica Siracusa. Esso, frutto di una lunga e difficile opera di salvaguardia negli anni Cinquanta, racchiude non soltanto la parte più monumentale della città, ma anche una densa serie di testimonianze di varie epoche, dall’età protostorica a quella tardoantica e bizantina: un museo a cielo aperto Esso si estende su una larga fascia delle pendici meridionali dell’altopiano dell’Epipoli; il punto focale è un’altura che prende il nome di Temenite, dal greco temenos (santuario), perché qui sorgeva, in età arcaica, un santuario extraurbano dedicato ad Apollo; ma fin dalla media età del Bronzo l’area era stata sede di insediamento umano, come testimoniano i resti di una probabile capanna sulla sommità del Temenite e soprattutto una serie di piccole tombe a grotticella artificiale che si aprono qua e là sulle pendici del colle, una delle quali ha restituito un corredo con materiali micenei.
In età arcaica, quest’area era esterna rispetto alle mura che proteggevano il nucleo più antico di quella parte della città che si estendeva sulla terraferma, Achradina, ma la posizione di dominio visivo della fascia costiera prospiciente l’ampia falcata del porto e la presenza del santuario arcaico, la cui esistenza sembra risalire già alla fine del VII sec. a.C., ne fanno uno dei fulcri del territorio immediatamente circostante la città. Già agli inizi del V sec. a.C. è documentata l’esistenza del primo teatro. Sotto il regno di Jerone II, l’area subì un radicale intervento di monumentalizzazione, con il rifacimento del teatro, la costruzione dei portici della terrazza superiore e soprattutto la realizzazione della grandiosa Ara di Jerone. In età augustea, quando la città, a sera di Jerone II furono costruiti l’anfiteatro, e, a sud di esso, un arco onorario di cui restano parte dei piloni.
Nel settore nord-orientale del Parco, sono inglobate alcune delle più scenografiche latomie (cave di pietra) della città antica (Paradiso, Intagliatella e S. Venera) che rappresentano una delle caratteristiche più originali ed emozionanti di Siracusa antica, e, infine, un ampio e suggestivo lembo di necropoli (la necropoli dei Grotticelli) fitta di sepolcri di varia tipologia, che si scaglionano fra l’età arcaica e quella tardo-romana, fra cui alcuni colombari di età romana.
PER INFORMAZIONI
Tel. 0931 .66206
soprisr.uo2@regione.sicilia.it
ORARI DI APERTURA
Tutti i giorni apertura ore 8.30 – chiusura un’ora prima del tramonto
(es. fino al 28 febbraio 8.30-16:30; fino al 30 marzo 8.30-17:30; dal 1 aprile e per tutta l’estate 8.30-19:30)
Chiusura 17:00 durante le Rappresentazioni Classiche
La biglietteria chiude un’ora prima dell’orario di chiusura
TARIFFE
Intero € 10.00
ridotto € 5,00 (18/25 anni)
ingresso gratuito ogni prima domenica del mese
Gratis per i membri dell’Unione Europea al di sotto dei 18 anni
Biglietto Cumulativo Parco e Museo “Paolo Orsi” € 13.50 – ridotto € 7.00
Biglietto Cumulativo Parco e Villa Tellaro € 12.00 – ridotto € 6.00
Biglietto Cumulativo Parco e Galleria Bellomo € 13.50 – ridotto € 7.00
Biglietto Cumulativo Parco, Museo P.Orsi, Galleria Bellomo e Villa Tellaro € 24.00 – ridotto € 12.00
SITO ARCHEOLOGICO SENZA BARRIERE ARCHITETTONICHE
Per i portatori di handicap ed il loro accompagnatore l’ingresso è gratuito.
Indirizzo: Via Paradiso, 14 – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.075941 – E 15.275167
Museo Leonardo Da Vinci e Archimede
Una mostra che presenta la riproduzione dei modelli dell’inventore toscano e del genio siracusano
Un imponente, quanto singolare lavoro eseguito con minuzia da maestranze qualificate. La famiglia mecenate Niccolai Artisans of Florence, ha saputo ridare vita alla realizzazione e alla riproduzione fedele delle macchine di Leonardo, tutte funzionanti nei minimi dettagli e ricostruite con procedimenti speciali. I modelli riprodotti, che non possono di certo essere definiti solamente “modelli”, sono stati rigorosamente realizzati interamente in legno pregiato, in metallo e in cordame dell’epoca, richiedendo per ciò l’impegno sia di sofisticate tecnologie sia di particolari abilità umane.
Le “macchine” esposte al Museo Leonardo da Vinci a Archimede di Siracusa, hanno inoltre la peculiarità di essere interattive, aspetto fondamentale per suscitare nel visitatore non solo una intensa esperienza percettiva e cognitiva, ma anche sensoriale, attraverso il contatto diretto con la “materia di Leonardo e Archimede”. Il valore e l’importanza culturale e scientifica della mostra museale intende richiamare l’interesse del vasto pubblico, dagli alunni delle scuole primarie di primo e secondo grado ai docenti e studenti delle scuole universitarie; ai cultori della meccanica e della cinetica, agli appassionati storici e più in generale ai visitatori italiani e stranieri estimatori dall’evento scientifico – culturale. In prossimità di ogni macchina è apposto un pannello con una spiegazione in multilingua. Inoltre, il Laboratorio di Leonardo “W Leonardo”, allestito all’interno del museo omonimo siracusano, consentirà di assemblare alcune delle macchine e sperimentare la costruzione di alcuni modelli presenti in esposizione.
All’interno della mostra è possibile visualizzare, a grande schermo, il documentario sulla vita e le opere di Leonardo, organizzato preventivamente dalla Direzione del Museo aretuseo.
Il Museo Leonardo da Vinci e Archimede di Siracusa vanta la più ampia esposizione delle Macchine di Leonardo e Aechimede riprodotte fedelmente, unica in Sicilia e da Firenze in giù. In esposizione si possono ammirare 45 opere ed una significativa collezione di studi di anatomia, che testimoniano l’ossessione di Leonardo per le meccaniche del corpo umano. La superba quanto unica attività museale è avallata dalla supervisione e l’accreditamento del Prof. Carlo Pedretti, esperto internazionale dei Codici Vinciani nonché Direttore del centro “ Armand Hammer” dell’Università della California e presso la Sede Europea dell’Università di Urbino in Italia. All’interno del Museo, è presente un’intera sezione speciale dedicata al grande matematico Archimede, una novità assoluta nel panorama culturale mondiale: il Genio siracusano a colloquio con il suo naturale erede toscano. Diverse sono le invenzioni esposte del mitico Archimede, solo per citarne alcune la Bilancia, la Spirale, la Coclea. Un percorso museale ben preciso e studiato nei particolari che mettono a confronto speculare quindici Macchine funzionanti, dedicate agli studi matematici e ingegneristico-scientifici dei due Geni, due pilastri della scienza accomunati dall’amore per il sapere e il capire.
La location siracusana è suggestiva, situata nella parte più antica della città di Archimede, in uno dei palazzi più significativi della città. Il già Convento del Ritiro situato in Ortigia, apre il sipario all’esposizione sulle note della musica di quel tempo, tra abiti d’epoca e meccanismi misteriosi, per chi vuole approfondire la conoscenza o curiosare tra i codicidei due più grandi Geni di tutti i tempi quali Leonardo da Vinci e Archimede. Un book- shop ricco di pubblicazioni e gadget, sono disponibili a quanti vorranno portare a casa un vivo e suggestivo ricordo della visita al museo di scienze e tecnologia siracusana.
Un’esperienza unica che abbraccia storia, scienza, meccanica e fisica.
PER INFORMAZIONI
Tel. +39 3881565746 (segreteria) dalle ore 10:00 alle ore 19:00
ORARI DI APERTURA
Aperto tutti i giorni
Novembre-aprile: 10:30-19:00
Maggio-ottobre: 10:30-20:00
TARIFFE
Biglietto intero : € 6,50
Biglietto ridotto : € 4,50
L’ingresso per i portatori di handicap è gratuito.
Gruppi scolastici: € 4,50 (il costo della guida verrà concordato telefonicamente)
La visita con guida (solo su prenotazione)
Per saperne di più: http://www.leonardodavinciarteprogetti.com/
Indirizzo: Ex Convento del Ritiro – Via Mirabella, 31
Coordinate: N 37.0627932 – E 15.2945193
Museo del Mare
Una testimonianza permanete della maestosità del mare e dei suoi viaggiatori
Ubicato nel cuore del suggestivo isolotto di Ortigia, il Museo del Mare di Siracusa custodisce un vasto repertorio di attrezzature, modellini e documenti che ricostruiscono la ricca memoria e la vasta tradizione marinara della città.
Il Sirmuma è il primo e unico museo in Sicilia e in tutto il Mediterraneo meridionale dove è stata ricostruita l’intera filiera della carpenteria navale, dal disegno e progetto iniziale alla realizzazione finale delle imbarcazioni.
Il Museo racconta la storia millenaria di Siracusa e ciò che il mare ha per essa rappresentato: paesaggio, memoria, mestiere, cultura e tradizione.
Esso custodisce un inestimabile patrimonio materiale e immateriale, conserva ed espone oggetti, opere, manufatti, testimonianze scritte, immagini e documenti che riassumono il rapporto tra la città e il suo mare e permettono di approfondire la cultura marinara e le storia del territorio.
L’esposizione opsita un settore dedicato alla “pesca” in cui è stato dato ampio spazio alle Tonnare siracusane in particolar modo a quella di Marzamemi. Oltre alle attrezzature utili alla pesca, vi sono esposti pregevoli modelli di imbarcazioni facenti parte della Tonnara di Marzamemi. La sala è arrivvhita da materiale didattico quale plastici e video.
PER INFORMAZIONI
Tel: 320.3476297 – 347.0793896
ORARI DI APERTURA
Lunedì e venerdì ore 17.00 – 20.00
Tutti gli altri giorni Sirmuma è visitabile su prenotazione
Per le festività il Museo del Mare sarà aperto solo su prenotazione
TARIFFE
Intero € 2,00
per le scolaresche è prevista una riduzione
Per saperne di più: http://www.siracusamuseodelmare.it
Indirizzo: Via Gaetano Zummo – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.05867 – E 15.295326
Museo Scientifico “ARKIMEDEION”
Piazza Archimede,11 – Siracusa
Tel. 392 9928351
Aperto tutti i giorni dalle ore 9,30 alle ore 19,30.
(la biglietteria chiude alle ore 19,00)
Museo del Papiro
Esposizione museale di moltissimi papiri e officina per la salvaguardia e lo studio della pianta.
Il Museo del Papiro, creato e gestito dall’Istituto Internazionale del Papiro, si occupa dello studio, della conservazione e della divulgazione delle testimonianze della cultura del “papiro”. Il Museo del Papiro non è solo una esposizione museale ma svolge un’attività didattico-scientifica i cui risultati hanno fornito un concreto contributo alla soluzione di molti quesiti che vanno dall’origine del papiro alla salvaguardia dei papiri del fiume Ciane e della fonte Aretusa (Siracusa), dalla valorizzazione delle tradizioni storiche legate al papiro agli studi sulle antiche tecniche di manifattura e al restauro conservativo dei documenti papiracei.
PER INFORMAZIONI
Tel: 0931.22100 – 0931.61616
ORARI DI APERTURA:
Per saperne di più: http://museodelpapiro.it/
Indirizzo: Via Nizza n. 14 – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.0606591 – E 15.2982538
Acquario
Immerso tra mito e storia. Un’affascinante collezione di pesci del Mediterraneo, tropicali e invertebrati.
L’aquario di siracusa sorge nel cuore dell’isola di Ortigia, tra la Marina e la Fonte Aretusa, sotto il piazzale che affaccia sul mare. Si entra da Villetta Aretusa.
È diviso in settori con diverse vasche costruite in maniera tale da riprodurre esattamente gli ambienti naturali di provenienza dei pesci ospitati. Una parte rilevante è riservata alla vita marina del Mediterraneo che viene riprodotta nelle sue peculiari bellezze: viene ricreato il biotipo marino riscontrabile in quella parte di mare che lambisce le coste della Provincia; inoltre in alcune bacheche trovano posto alcune delle più belle conchiglie del Mare Nostrum.
La visita prosegue con la sezione dedicata a pesci e piante tropicali. La prima parte ospita le specie che vivono in acqua dolce (grandi laghi africani, fiumi amazzonici). La seconda riguarda pesci ed invertebrati marini, caratterizzati dalle forme più strane e dalle livree più sgargianti. Questi esseri viventi sono tra i più belli e delicati che esistono in natura ed hanno richiesto una particolare attenzione tecnologica per la realizzaizone delle vasche.
Grande novità: la vasca degli squali. Due esemplari di squalo pinna nera nuotano in una grande teca visibile da ogni angolazione.
Il percorso espositivo termina con una uscita che immette direttamente nella Fonte Aretusa, con le sue lussureggianti piante di papiro.
PER INFORMAZIONI
Tel: 333 1674461
ORARI DI APERTURA
Tutti i giorni compresi i festivi
Da ottobrea febbraio: dalle 10,00 alle 17,00
Da marzo a maggio: dalle 10.00 alle 19.30
Da giugno a settembre 10.00 fino alle 20.00
Dal 15/07 al 15/08 orario fino alle 22.00
TARIFFE
Adulti: € 8,00
Bambini 3-12 anni: € 6,00
Bambini 0-3 anni: gratis
Comitive (min 15pax): 6,00
Scuole: € 3,00 bambini / genitori € 6,00
Insegnanti gratis
Per saperne di più: http://web.tiscali.it/acquario_sr/
Indirizzo: Largo Aretusa – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.057851 – E 15.292666
Museo Archeologico “Paolo Orsi”
Dalla Preistoria all’età romana. Migliaia di anni in uno dei musei più celebri d’Europa.
Il Museo Archeologico Regionale di Siracusa è da annoverarsi tra i più importanti e prestigiosi d’Europa per la qualità e la quantità dei reperti contenuti. Istituito per decreto regio nel 1878 dapprima come “Museo del Seminario” e successivamente come “Museo Archeologico Nazionale di Siracusa”, ad oggi è ubicato presso la nuova sede di Villa Landolina e intitolato al grande archeologo Paolo Orsi, che ne fu il direttore per oltre trent’anni e al quale si devono importantissime scoperte e ritrovamenti. La costruzione è immersa in un immenso parco verde d’interesse archeologico e storico per la presenza, per esempio della tomba del poeta tedesco Augusto von Platen. La struttura, a forma di margherita, è composta di tre settori disposti attorno ad un corpo centrale e si sviluppa in tre piani: il seminterrato destinato ad Auditorium, dove è possibile assistere alla proiezione di documentari propedeutici alla visita, e i due piani superiori destinati agli spazi espositivi. L’esposizione museale è articolata in quattro settori A, B, C e D.
Nel settore A sono esposte rocce, faune e fossili dell’Era Quaternaria, tra cui i calchi di due elefantini nani, e una ricca serie di manufatti che vanno dall’età Paleolitica e Neolitica a quella Storica.
Il settore B è dedicato alle colonie greche di Sicilia e vi si custodiscono vasi, bassorilievi, elementi architettonici di terracotta e pietra che facevano parte dei templi, nonché importanti statue come quella del Kouros di Lentini risalente al V secolo a.C.
Il settore C è dedicato invce alle sub-colonie di Siracusa, quali Eloro, Akrai, Casmene e Camarina, oltre che dagli scavi eseguiti nei territori di Gela e Agrigento. Di notevole interesse sono la serie dei corredi, gli ex voto e le inconfondibili ceramiche attiche a figure nere e rosse.
Il settore D è stato aperto nel 2006. Contiene tutti i materiali che vanno dall’età Ellenistica a quella Romana. Il percorso si snoda tra statuaria, pezzi architettonici, forme ceramiche, prodotti dell’artigianato siracusano, provenienti dall’abitato e dalle necropoli, che documentano i vari aspetti della vita e della società di una grande città ellenistica del Mediterraneo.
Da segnalare, oltre alla Venere Anadiomene e la Venere Landolina, la bella serie di ritratti di età romana e la scenografica esposizione delle urne cinerarie delle necropoli urbane di III-II sec. a.C. , il sarcofago di Adelphia, e una ricca collezione di antiche monete del gabinetto numismatico.
Nel settore F del Museo, dedicato all’archeologia cristiana e bizantina, è possibile visitare La Rotonda di Adelfia, che contiene l’omonimo sarcofago, un manufatto di estrema importanza in lastre di marmo bianco scolpite con scene del Vecchio e del Nuovo Testamento, ritrovato il 12 giugno 1872 da Francesco Saverio Cavallari all’interno della Catacomba di San Giovanni e risalente probabilmente al IV secolo dopo Cristo. Un ‘iscrizione sul coperchio di questa meraviglia dell’eta` costantiniana indica il nome della nobile Adelfia e del marito Valerio, che, rimasto vedovo, volle una sepoltura degna per accogliere le spoglie della moglie. Con l’obiettivo di contestualizzare il piu` possibile il sarcofago nel luogo della sua scoperta, sono state ricostruite all’interno dello spazio museale prescelto, che intenzionalmente ricorda la forma subcircolare della Rotonda in cui fu rinvenuto, le suggestive atmosfere dell’antico cimitero sotterraneo. Fanno da corona all’esposizione una serie di testimonianze provenienti dallo stesso complesso catacombale di San Giovanni. Prima fra tutte l’iscrizione di Euskia, scoperta da Orsi nel 1894 poco lontano dalla rotonda del sarcofago, il primo documento ad attestare, gia` agli inizi del V secolo d.C., l’esistenza di un culto a Lucia, protettrice di Siracusa. Questo settore è visitabile anche individualmente con un biglietto dal costo di € 2 (ridotto € 1).
PER INFORMAZIONI
Tel. 0931.489514
ORARI DI APERTURA
Lunedì: Chiuso
da Martedì a Sabato: 9.00 – 19.00
Domenica e Festivi: 9.00 – 14.00
TARIFFE
Intero € 8,00
Ridotto (18-25 anni) € 4,00
Gratis sotto i 18 anni
Biglietti Cumulativi
Parco “Neapolis” e Museo “Paolo Orsi” € 13.50 – ridotto € 7.00
Galleria “Bellomo” e Museo “Paolo Orsi” € 12,00 – ridotto € 6,00
Parco “Neapolis”, Museo “Paolo Orsi”, Galleria “Bellomo” e Villa Tellaro € 24.00 – ridotto € 12.00
Per saperne di più: http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/museopaoloorsi/
Indirizzo: Viale Teocrito, 66 – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.075480 – E 15.286016
Mostra Numismatica antica all’interno del Museo Paolo Orsi
Giorni Apertura: da martedì a sabato
Orari Apertura: 9.00-13.00 – mercoledì 9.00-18.00
Costo Ingresso: Costo del biglietto incluso nel biglietto del Museo Paolo Orsi
Tel.: 093121243
Informazioni Utili: Max 20 persone ogni mezz’ora
Espone la produzione monetale della zecca di Siracusa,con i ritratti di Filistide, Damarete. Monete dell’occidente greco: Agrigento, monete d’oro di Morgantina, Reggio, ecc. Monetazione romana, bizantina, araba, normanna e aragonese.
Tecno Parco Archimede
Dentro un parco tutta la magia delle macchine e delle invenzioni del grande genio Archimede.
Il Tecnoparco Archimede nasce dalla passione e dalla ricerca per la cultura, la storia, l’architettura, del genio e scienziato Archimede di Siracusa. L’architetto Cinzia Vittorio, proggettista e direttore dei lavori, suo padre il prof. Antonino Vittorio, ideatore e direttore del Tecnoparco Archimede, hanno saputo realizzare un gioiello per tutti i visitatori della meravigliosa città di Siracusa infatti all’interno del Tecnoparco Archimede è possibile vedere le invenzioni di Archimede e vere macchine da guerra funzionanti su scala 1:1. Le visite guidate saranno interessantissime e si potrà subito riscontrare come passione e cultura siano nel bellissimo sito nei pressi del Parco Archeologico della Neapolis, vicino al Teatro Greco, con possibilità di arrivare a piedi nello stesso itinerario. Inoltre il Tecnoparco ha uno spazio verde dove è possibile realizzare riunioni e convegni per presentazioni di libri o di eventi culturali, mostre di pittura o una piacevole lettura. Sono stato testimone all’innaugurazione, sponsorizzando il Tecnoparco Archimede con la realizzazione di una targa posta sotto il modello di una delle macchine dello scienziato Archimede, lo specchio ustore.
PER INFORMAZIONI
Tel: 0931. 758807
ORARI DI APERTURA:
Aperto tutto l’anno su prenotazione
Da Marzo ad Ottobre ore 9,30 – 18,00
La visita ha una durata di più di un ora.
TARIFFE
Intero € 6,00
Ridotto studenti, gruppi familiari di almeno 3 persone, gruppi di 10 persone € 4,00
Gratis per bambini sotto i 5 anni di età, per anziani che hanno compiuto 75 anni, per disabili totali.
Gratis 1 biglietto ogni 10 alunni per scolaresche.
Per saperne di più: http://www.tecnoparco-archimede.com/
Indirizzo: Viale Giuseppe Agnello, 26 – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.074127 – E 15.274327
Galleria Regionale di Palazzo Bellomo
Arte medioevale e moderna da rivivere all’interno di una splendida struttura sveva.
La Galleria Regionale di Palazzo Bellomo venne realizzata nel 1940 come rivisitazione della raccolta medioevale e moderna dal complesso preistorico e classico del “Museo Archeologico Nazionale”. Il fulcro di questa raccolta è costituito da opere d’arte provenienti da chiese e conventi soppressi, di Siracusa e di altre località della Sicilia orientale. Succesivamente e progressivamente la raccolta si è arricchita di reperti e opere provenienti da acquisti, donazioni, raccolte private e monumenti. La visita comincia dal pianterreno, diviso in 4 sale, dove vi è l’ala più antica del palazzo, risalente all’età federiciana con ampi vani quadrangolari, coperti da volte a crociera. Oltre il cortile catalano, a ridosso della scala, vi è il Cortile delle Palme (XVIII° secolo), lungo le cui pareti sono raccolti stemmi Siracusani marmorei, sia civili che religiosi, di diversa provenienza, fra cui il grande stemma con l’insegna cittadina raffigurante il castello e i monumentali stemmi vicereali spagnoli (originariamente sulla Porta Reale e sulla Porta di Ligne). Salendo per la bella scala catalana e percorsa la loggia, si accede al primo piano, che è diviso in 16 sale, numerate da 5 a 20. L’ordinamento museale è concepito secondo un criterio rigorosamente cronologico. L’esposizione si svolge su due piani.
Tra le opere più significative, si segnalano:
i “Polittici” del Quattrocento, opere d’arte (fra l’altro ben tenute) molto importanti in quanto di ascendenza bizantina e di scuola catalana (la cosiddetta “Corona d’Aragona”), di cui si hanno pochissimi altri esempi in Sicilia;
l’Annunciazione di Antonello da Messina, olio su tavola di tiglio del 1474 (cm 180×180)
Piano terra
sale 1 – 4: sculture dall’età bizantina al secolo XVI; carrozze dei secoli XVIII e XIX; i polittici quattrocenteschi
sala 3: sculture dei Gagini e di Giovan Battista Mazzolo
Piano primo
sale 5 – 9: pinacoteca
sala 6: l’Annunciazione di Antonello da Messina
sale 10 – 18: sezione delle arti decorative (argenti, presepi, parati, mobili, gioielli, ceramiche)
sala 12: i presepi, sala 15 le ceramiche
PER INFORMAZIONI
Tel: 0931. 69511
ORARI DI APERTURA:
Da Marzo – Novembre 2017:
Da martedì a sabato dalle 9.00 alle 19.00.
Festivi dalle 14.00 alle 19.30, prima e terza domenica dalle 9.00 alle 13.30.
Lunedì chiuso.
La biglietteria chiude mezzora prima dell’orario di fine visita
TARIFFE
Intero € 8,00
Ridotto (18-25 anni) e docenti € 4,00
Gratis sotto i 18 anni e per i docenti che accompagnano una scolaresca
Biglietti cumulativi
Galleria “Bellomo” + Parco Archologico della Neapolis € 13.50 – ridotto € 7.00 (validità 3 giorni)
Galleria “Bellomo” + Museo “P.Orsi” € 12.00 – ridotto € 6.00 (validità 3 giorni)
Galleria “Bellomo” + Villa del Tellaro € 10.50 – ridotto € 5.50 (validità 3 giorni)
Galleria “Bellomo” + Parco Archologico della Neapolis + Museo “P.Orsi” + Villa del Tellaro € 24.00 – ridotto € 12.00 (validità 5 giorni)
Per saperne di più: http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/palazzobellomo/
Indirizzo: via Capodieci, 14 – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.057612 – E 15.294687
Museo del Cinema
Nel cuore dell’isola di Ortigia, un patrimonio inestimabile sulla passione per il cinema divenuta Museo.
Unico nel suo genere nel Sud d’Italia. Fondato nel 1995 grazie all’opera instancabile del professor Remo Romeo, medaglia d’argento del Presidente della Repubblica quale benemerito della cultura e dell’arte. Il museo ha sede presso il settecentesco palazzo Corpaci e si distribuisce su tre piani, una superficie di 2000 mq. In quello spazio, che il suo stesso creatore definisce “un luogo ideale capace di racchiudere la memoria del grande viaggio dell’uomo nei luoghi dell’immaginazione”, è racchiuso materiale che ripercorre l’intera storia del cinema in tutte le sue forme e rappresentazioni artistiche e tecniche: apparecchi cinematografici, attrezzature, cimeli, manifesti di film e rassegne cinematografiche, libri e riviste.
Il percorso espositivo del museo parte dalla genesi stessa dell’idea di proiezione: l’arte millenaria del teatro delle ombre, diffusissimo in oriente, ma che si ritrova anche in occidente ad esempio negli spettacoli dei burattini o dei tradizionali “pupi” siciliani, prime rappresentazione “in movimento” di storie reali o favole. Nei secoli diciottesimo e diciannovesimo si susseguirono gli esperimenti e le innovazioni di quello che poi diventerà il cinema. Le “lanterne magiche” consentirono, attraverso l’introduzione di un disco rotante su cui erano impresse immagini in successione, quella che venne definita “animazione” ovvero la sensazione del movimento. Sarà poi Edward Muybridge a definire la concezione moderna di riproduzione con una serie di macchine fotografiche le quali producevano 24 fotografie che, inserite all’interno di un nuovo modello di lanterna magica, costituirono la prima e vera proiezione cinematografica. In definitiva, quindi, l’opera dei fratelli Lumiere costituisce solo l’ultimo atto di un‘evoluzione lunga più di 400 anni e non la prima espressione come comunemente si pensa. Il percorso museale si snoda tra cineprese mute e sonore di inizio secolo, proiettori della stessa epoca e accessori quali moviole, obiettivi, titolatrici ecc. La biblioteca del museo è poi un punto di incontro per studenti provenienti da tutta Italia, studiosi e appassionati dell’arte cinematografica, con oltre 12.000volumi e riviste su cinema, teatro, televisione e fotografia oltre che manifesti, locandine, cimeli e altre curiosità.
Il museo del cinema di Siracusa costituisce un patrimonio inestimabile di cultura e storia, un esempio vivo e non banale di come sia possibile realizzare un luogo di incontro per tutti coloro che condividono la stessa passione per un’arte che, seppure nell’epoca attuale produca rappresentazioni a volte discutibili, è ancora capace di far sognare, rivivere sentimenti, rappresentare idee ed innovazioni.
ORARI BIGLIETTERIA E VISITE ( Tel: 0931. 65024 ):
Orario biglietteria: ogni Lunedì, Mercoledì e Venerdì ore 8,30 a.m. – 12,00 p.m.
Orario visite: Su prenotazione telefonica
TARIFFE BIGLIETTI:
Intero € 5,00
Per le scolaresche è prevista una riduzione tariffaria.
Per saperne di più: http://www.museodelcinemadisiracusa.it/
Indirizzo: Via Giovanni Battista Alagona, 41 – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.060135 – E 15.297709
“Il Seppellimento di S. Lucia” di Caravaggio
Un imponente capolavoro senza tempo racconta la fine del martirio della patrona di Siracusa
Olio su tela – anno 1608
cm 408×300
Custodito presso la Chiesa di S. Lucia alla Badia, in Ortigia (consulta la scheda per giorni e orari di apertura)
Michelangelo Merisi, detto il “Caravaggio”, venne a Siracusa nell’ottobre del 1608 fuggendo dal Carcere di Malta. Probabilmente fu aiutato nella fuga dal figlio della Marchesa Colonna che si travava a Malta in qualità di comandante della flotta militare: la famiglia Colonna, ed in particolare la Marchesa, aveva da sempre protetto e sostenuto Michelangelo Merisi ed inoltre si stava impegnando affinché il papa concedesse la grazia per l’assassinio di Ranuccio Tommasoni (1606). La presenza di Caravaggio a Siracusa però è avvolta nel mistero: non si sa infatti perché venne a rifugiarsi proprio in questa città né perché realizzò uno dei suoi più grandi capolavori proprio per la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro. A questo proposito esistono varie ipotesi. – Secondo Di Silvestro il collegamento tra Malta e Siracusa è un frate , Frà Raffaele da Malta, che proprio in quegli anni era guardiano del convento della Basilica: dunque Caravaggio potrebbe aver realizzato la pala d’altare per ringraziarlo per l’accogliente o su richiesta del frate.
A proposito della committenza esistono però molte altre ipotesi: – Secondo Susinno (1724), Caravaggio ottenne la commissione dal celebre di Siracusa grazie all’aiuto dell’amico e collega Mario Minniti, celebre pittore siracusano con il quale Caravaggio aveva lavorato a Roma. Dunque Mario Minniti potrebbe rappresentare la ragione della presenza di Caravaggio a Siracusa. In realtà non è stato rintracciato il documento di commissione ma questa ipotesi potrebbe essere giustificata dal fatto che proprio in quegli anni il senato provvedeva al restauro della Basilica di Santa Lucia extra moenia e che pochi anni prima (1605), in uno slancio devozionale, aveva donato alla Basilica delle reliquie della Santa e stava raccogliendo la somma necessaria a realizzare il simulacro argenteo di Santa Lucia. – Il Capodieci invece sostiene che la commissione dell’opera giunse a Caravaggio dal vescovo Orosco II. Questa ipotesi però andrebbe scartata dato che nel 1608 Orosco II era già morto da sei anni.
Il vescovo che era in carica all’epoca del soggiorno di Caravaggio a Siracusa era Giuseppe Saladino (dal 1604 al 1611). Però si può giustificare l’errore del Capodieci per il fatto che si deve proprio all’impegno del vescovo Orosco II il rinnovato slancio devozionale del senato nei confronti di Santa Lucia, devozione che si concretizzò nelle varie iniziative dell’epoca. Dunque Orosco II potrebbe essere considerato un committente indiretto in quanto promotore delle iniziative prese dal senato come il restauro della Basilica e probabilmente anche la commissione del dipinto. – Secondo un’altra ipotesi la commissione della tela avvenne da parte di Vincenzo Mirabella erudito ed esperto di antichità nonché amico di Caravaggio. Esistono documenti che testimoniano che a partire dal 10 Gennaio 1590, Mirabella versava al monastero della Basilica una ingente somma di denaro (10 onte). Dunque questo particolare legame con la Basilica ed il monastero lascia intuire una notevole devozione del Mirabella verso Santa Lucia perciò è plausibile che sia stato lo stesso Mirabella a commissionare l’opera a Caravaggio. Il seppellimento di santa Lucia è la prima opera siciliana di Caravaggio, Il dipinto (cm 408×300) è stato eseguito su un supporto costituito da quattro teli di canapa cuciti in verticale; sopra la preparazione a gesso il pittore ha steso una mestica (1) di colore rosso-bruno che viene lasciata a vista per assumere sia la funzione di fondo, sia quella di “mezzo tono” per le figure. Questo espediente tecnico, già utilizzato nel periodo maltese, permette a Caravaggio dei tempi di esecuzione molto brevi, considerando che l’opera viene portata a termine in soli due mesi. La tavolozza, sui toni dei rossi e dei bruni, è composta da ocra rossa, lacche e rosso cinabro, legati ad olio di lino. Caravaggio non ritrae, come era generalmente in uso, il momento del martirio di Lucia: rappresenta, invece, il seppellimento. Il punto di vista dello spettatore è al livello del suolo, dove è adagiato il corpo della santa, come se lo spettatore partecipasse al tragico avvenimento. Tutto è sospeso, lento: il gruppo di personaggi sulla destra assiste alla scena, ma è sulla sinistra il fulcro della composizione, dove le due enormi figure dei seppellitori, lentamente, scavano la fossa.
Il doloroso avvenimento si svolge nella parte bassa ed i personaggi sono sovrastati da un immenso spazio vuoto, desolante, forse un riferimento alle catacombe o alla più importante latomia (2) della città, chiamata proprio da Caravaggio l’Orecchio di Dioniso. Nel ’71 il dipinto era stato trasferito al Museo Bellomo di Siracusa a causa delle pessime condizioni climatiche della Chiesa di Santa Lucia che, trovandosi alla marina, è facilmente soggetta ad infiltrazioni d’acqua e ad un’elevata percentuale di umidità. Ma la celebre opera dovrà attendere a lungo prima di essere ricollocata nella sede originaria. Dopo il restauro del ’79 presso l’Istituto Centrale per il Restauro di Roma, Il Seppellimento di santa Lucia è spesso in giro, sempre più conteso tra mostre ed esposizioni in tutta Italia fino all’ottobre del 2005, quando viene “ricoverato” nuovamente nello stesso Istituto per essere sottoposto ad una serie di indagini diagnostiche che avrebbero dovuto precedere un nuovo restauro. Nonostante ciò, l’opera viene chiesta in prestito per la mostra Caravaggio e l’Europa al Palazzo Reale di Milano, per la qual cosa la Direttrice dell’ICR, dott.ssa Caterina Bon Valsassina, aveva espresso il suo dissenso riguardo al prestito: a questo punto nasce un’aspra polemica. Se è vero che un’opera di tale importanza deve essere fruibile al pubblico in nome della valorizzazione, è anche vero che ripetuti trasporti costituiscono un elevato rischio per un’opera d’arte, soprattutto se quest’ultima non è in buono stato conservativo. Purtroppo Il Seppellimento di santa Lucia viene “dimesso in anticipo forzato” per poter essere presente all’esposizione milanese! Nell’aprile del 2006 il dipinto viene nuovamente sottoposto ad indagini radiografiche, condotte dal Centro Regionale di Restauro della Regione Sicilia, che mostrano la presenza di evidenti alterazioni dovute ai precedenti restauri: la vernice non è stata applicata in maniera uniforme ed i ritocchi riguardano addirittura il 30% della superficie pittorica.
L’ultimo intervento, ancora una volta curato dall’Istituto Centrale per il Restauro, è consistito quindi in un’attenta rilettura critica dei precedenti restauri. A conclusione della mostra Caravaggio, l’immagine del divino, il dipinto è rientrato nella sede originaria, la Chiesa di santa Lucia a Siracusa, dopo che alcuni interventi hanno reso il monumento idoneo ad accogliere nuovamente Il Seppellimento di santa Lucia, posizionato all’interno di una teca climatizzata in acciaio e vetro antiproiettile, progettata dal Centro Regionale di Restauro. Finalmente il capolavoro caravaggesco cesserà le sue continue sfilate da una passerella all’altra, per essere costantemente ammirata nell’altare maggiore della Chiesa per la quale era stata in origine destinata.
Indirizzo: Piazza Duomo, ang. V. Pompeo Picherali
Coordinate: N 37.058103 – E 15.293195
L’Annunciazione” di Antonello da Messina
L’avvenimento biblico tra i più importanti, rivisto dagli occhi di un grande maestro del Quattrocento
Olio su tavola di tiglio – anno 1474
cm 180×180
Custodito presso la Galleria Regionale di Palazzo Bellomo
L’opera ritrae il momento in cui Maria riceve la visita dell’Arcangelo Gabriele, ambientato in una stanza riprodotta con dovizia di particolari. Sulla parete si sfondo si trovano due finestre più una terza in un’altra stanza che si intravede a destra, secondo un’iconografia derivata dall’arte fiamminga che prevede più fonti di luce e aperture spaziali sul paesaggio anche nel caso di interni. Fine è la descrizione degli oggetti e degli arredi della stanza, dal letto della Vergine nella stanza in secondo piano, allo scranno-leggio su cui è inginocchiata fino al vaso da fiori con decorazione azzurra su fondo bianco in primo piano, oggi molto danneggiato. Notevole è il merletto bianco su cui è poggiato il libro, allusione alle Sacre Scritture che si avverano con l’atto di accettazione di Maria.
La Madonna, dalla tipica fisionomia del pittore siciliano, è rappresentata in ginocchio mentre riceve l’annuncio con le braccia incrociate sul petto. È vestita col tipico manto azzurro, che copre una veste di tinta rossa.
L’angelo, che reca in mano il tradizionale giglio, ma che è curiosamente nascosto dalla colonna, benedice la Vergine. La sua veste è un ricco damasco decorato, che accentua il volume quasi geometrico del suo corpo, secondo uno stile più tipicamente italiano. Il viso, incorniciato da lunghi capelli biondi, è adornato da un diadema cuspidato azzurro, dove brillano alcune perle e un rubino, tipiche notazioni di “lustro” alla fiamminga.
Il quadro è in uno stato di conservazione mediocre, per via delle numerose lacune dove i colori si scrostarono, che vennero malamente riempite con colla di farina. Fortunatamente tali lacune non riguardano alcuni dei brani più belli del dipinto, quali i volti di Maria e dell’Angelo e i paesaggi.
Il contratto per la realizzazione dell’opera venne siglato nell’agosto del 1474 tra Antonello e il sacerdote Giuliano Maniuni di Palazzolo Acreide, destinata alla chiesa di Santa Maria Annunziata. Dell’opera si persero in seguito le tracce, finché venne ritrovata nel 1897 da Enrico Mauceri, incaricato dal Museo Archeologico di Siracusa di compilare un catalogo delle opere d’arte della provincia. Nel 1902 venne ritrovato il documento di allocazione del dipinto e da allora l’identificazione e l’attribuzione al pittore messinese sono state unanimi. Nonostante le sollecitazioni di studiosi quali Adolfo e Lionello Venturi, soltanto nel 1907 lo Stato riuscì ad acquistare l’opera, destinandola al Museo archeologico di Siracusa (da dove nel 1940 passerà al Museo Bellomo) e sottraendola così al suo stato di gravissimo degrado . Tanto grave che il grande restauratore Luigi Cavenaghi dovette procedere alla rimozione della pellicola pittorica dal suo supporto in legno, ormai fradicio per l’umidità, e applicarla su una doppia tela con una operazione molto traumatica. Infatti, a distanza di poco più di 20 anni, nel 1936, si rese necessario inviare il dipinto al Regio Gabinetto dei restauri degli Uffizi a Firenze, dove il restauratore Augusto Vermehren curò la riadesione della pellicola pittorica al supporto e, avendo rimosso i completamenti mimetici effettuati dal Cavenaghi, si trovò a dovere risolvere il problema assai arduo della reintegrazione delle lacune. Le soluzioni da lui proposte furono però giudicate insoddisfacenti dall’apposita Commissione specialistica , sicchè il Ministro dell’Educazione Nazionale dispose, nel 1942, il trasporto dell’opera all’appena fondato Istituto centrale del restauro, dove venne data al problema una soluzione provvisoria, perché – come Brandi stesso afferma nel cataloghino della mostra tenuta quell’anno e nella Teoria del restauro – non aveva ancora messo a punto la ben nota metodologia della reintegrazione delle lacune e le conseguenti tecniche del tratteggio e dello abbassamento ottico-tonale, come avverrà dopo la fine della guerra.
Dopo l’esposizione antologica su Antonello tenutasi alle Scuderie del Quirinale nel 2006, l’opera è stata affidata all’Istituto superiore per la conservazione ed il restauro di Roma, che ha eseguito un lungo e paziente lavoro di reintegro delle lacune, almeno quelle legate a particolari secondari dello sfondo e dei personaggi, migliorando notevolmente la leggibilità dell’opera. Il restauro è stato oggetto di una mostra a Siracusa nel 2009, in cui venivano presentate le tecniche ma non l’opera restaurata, che è stata poi reinserita, a fine di quell’anno, nel percorso espositivo dell’appena riaperto museo siracusano.
Indirizzo: Galleria di Palazzo Bellomo – V. Capodieci, 14 – Siracusa
Coordinate: N 37.057612 – E 15.294687
Siracusa Greca in 3D
Un affascinante viaggio tra le meraviglie della città antica, guidati da Archimede in persona
Siracusa 3D Reborn è un teatro in cui compiere un viaggio virtuale nella Siracusa Greca.
E’ possibile rivivere, grazie alla tecnologia, l’esperienza della vita quotidiana nell’antica città e ripercorrere, attraverso i suoi monumenti, i secoli in cui Siracusa era la capitale artistica e culturale del Mediterraneo.
In una moderna sala, nata dalle ceneri di un ex cinema, viene proiettato in 3D un filmato realizzato in Computer Animation che mostra le bellezze naturalistiche e paesaggistiche del territorio aretuseo.
E poi la ricostruzione al Computer del Tempio di Apollo, uno fra i più antichi del mondo greco, e la Syracosia, una nave progettata da Archimede e considerata tra le più grandi dell’antichità, in grado di trapostare 1000 tonnelalte, 400 soldati e 100 passeggeri.
Le interviste con esperti archeologi contemporanei completano il viaggio per trasmetterne l’altissimo valore storico e culturale.
Il tutto con una guida di eccezione: l’avatar di Archimede, il grande genio siracusano.
Il filmato, realizzato dall’ IBAM (Istituto per i Beni Archeologici e Monumentali del Consiglio Nazionale delle Ricerche), della durata di trenta minuti, in cui potrete assistere alla nascita ed allo sviluppo della città a partire dalla sua fondazione, avvenuta nel 733 a.C. ad opera di coloni di Corinto, fino alla fine dell’epoca greca.
Le ricostruzioni, particolarmente dettagliate e rigorosamente fedeli al contesto storico architettonico di riferimento, comprendono le principali aree sacre, l’assetto urbanistico dell’antica città, le vicende storiche in relazione alle più rilevanti personalità politiche dell’epoca. Particolare attenzione è stata riservata alla poderosa “Syracosia”, la nave ideata da Archimede, il famoso genio matematico siracusano, su commissione di Ierone II, che ne fece dono a Tolomeo III.
Le interviste con esperti archeologi contemporanei completano il viaggio per trasmetterne l’altissimo valore storico e culturale.
Il filmato è in 7 lingue (inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, giapponese e russo) e ha vinto il premio Internazionale come miglior filmato presso la Cultural Heritage and New Technologies Conference di Vienna.Le interviste con esperti archeologi contemporanei completano il viaggio per trasmetterne l’altissimo valore storico e culturale.
ORARIO SPETTACOLI
Aperto tutti i giorni dalle 10:30 alle 20:00 (ultimo spettacolo 19:30). Uno spettacolo ogni 30 minuti in 7 lingue simultanee (inglese, francese, italiano, tedesco, spagnolo, giapponese e russo).
TARIFFE
€ 5,00 Intero
€ 4,00 Riduzione studenti e residenti
€ 3,00 Riduzione bambini under 14 accompagnati
GRATIS bambini sotto i 6 anni
Per saperne di più: http://www.archeotour.eu
Indirizzo: Via Mirabella,31 – Siracusa
Coordinate: N 37.062802 – E 15.294527
Angolo del papiro
Un laboratorio-museo in cui il papiro viene coltivato, lavorato e spiegato ai visitatori
L ‘Angolo del Papiro, impresa artigianale che oltre a fabbricare la pregiatissima carta papiro,presenta una una vastissima piantagione di Ciperus Papirus creata nel 2003 dal proprietario Angelo Mortellaro,alimentata dalle limpide acque dell’ acquedotto Galermi.
La stessa,e’ ubicata nelle vicinanze del Parco Archeologico Neapolis e comprende un fiume di2000 mq.su un estensione totale di 13000 mq.
L’intento dell’azienda,non e’ solo quello di fabbricare l’antichissima,ma sopratutto di permettere al visitatore di osservare la pianta nel proprio abitat naturale,minuziosamente ricreato.
Al visitatore viene spiegata nei minimi particolari l’utilizzo della piantagine,dove inizialmente avviene una descrizione storico-biologica della pianta ed inoltre vengono date delle delucidazioni sull’ ambiente in cui vegeta
Nell’oasi sono presenti varie specie di animali che oramai fanno parte dell’ecosistema da me realizzato,contribuendo ad incrementare la biodiversita’ dell’ area geografica in cui cresce il Cyperus Papyrus. Si tratta quindi di un area incontaminata dove vivono esemplari come:
Il Germano Reale, l’Oca Egiziana ,Tartarughe acquatiche, Pesci di vario tipo,ilPavone ecc.
Inoltro e’ possibile sostare nell, area Pic Nic a soli 2€ a persona
L’Angolo del Papiro di Angelo Mortellaro
Info: 338_8737664
angolodelpapiro@Virgilio.it
Facebok l ‘angolodelpapiro
Per saperne di più: http://www.angolodelpapiro.com/
Indirizzo: Via G. Agnello 11- Siracusa
Coordinate: N – E
Casa dei Miti
Esposizione permanente multimediale ed interattiva sui miti e le leggende di Siracusa
Un’ esposizione permanente multimediale ed interattiva sulla mitologia greca che si avvale di touch screen, sala immersiva ed altri strumenti multimediali, interattivi e sensoriali.
Casa dei Miti è rivolta alla valorizzazione e divulgazione di miti e leggende legati alla città di Siracusa. Ambientazioni tecnologiche e innovative con installazioni multimediali accolgono i visitatori all’interno delle ampie sale. Il mondo passato viene rivissuto al presente, catalizzando l’attenzione di grandi e piccini.
Exhibit touch-screen consentono un maggiore approfondimento sui luoghi e sui personaggi di cui si narra. Una nuova esperienza culturale tra storia e magia, fascino e fantasia, evocando le atmosfere del tempo e della storia. Semplici e chiare didascalie interattive, originali nella forma e nell’esposizione, consentono un piacevole apprendimento.
Un laboratorio interattivo e multimediale, un “contenitore culturale” che stimola la curiosità dei visitatori e li coinvolge emotivamente e razionalmente in un percorso di scoperta e approfondimento tutto centrato sulla mitologia.
Nell’intenzione degli organizzatori c’è la volontà di coinvolgere grandi e bambini, modulando appunto il linguaggio. Le storie vengono narrate in una sala immersiva che coinvolge emotivamente i visitatori.
Orari rappresentazioni:
biglietto intero 8,00€
biglietto ridotto 6,00€ (dai 6 ai 17 anni)
bambini fino a 5 anni: ingresso gratuito
disabili: ingresso gratuito (previa esibizione tesserino di invalidità)
gruppi min.10 persone 6,00€ (a persona)
gruppi famiglia (composti da min.3 persone paganti) 6,00€ a persona
Indirizzo: Viale Teocrito, 66 Palazzina B – 96100 Siracusa
Catacombe di San Giovanni
Un labirinto di storia aretusea.
A Siracusa ci sono tre gruppi di catacombe: quelle di santa Lucia (II secolo d.C.), le catacombe di Vigna Cassia e del Bambin Gesù (III secolo d.C.) e le Catacombe di San Giovanni.
Iniziate nel IV secolo (dopo l’editto di Costantino), seguendo il tracciato di un ex acquedotto greco (con relative cisterne) ed ampliate fino al V secolo, esse presentano una pianta che ricalca molto quella del “castrum” (il tipico accampamento militare romano). Perciò possiamo individuare una galleria centrale (decumanus maximus) da cui se ne diramano dieci secondarie (cardines): cinque a nord e cinque a sud. Questi cardines conducono a quattro “rotonde” (ex cisterne per l’acqua): ne abbiamo una a nord detta “rotonda di Antiochia” e tre a sud: la “rotonda Marina”, la “rotonda di Adelphia” e la “rotonda dei Sarcofaghi”. Si aggiunga inoltre un’ultima piccola cisterna di forma rettangolare detta “cubicolo di Eusebio”: questa era stata allestita per seppellire temporaneamente il papa Eusebio (morto a Siracusa in esilio nel 310 d.C.) prima di essere traslato a Roma. Le pareti di tutte queste gallerie e delle rotonde furono sfruttate per ricavare dei loculi per ospitare singoli defunti e per delle tombe di famiglia o di gruppo con più posti (arcosoli policromi).
La prima cisterna che si raggiunge verso sud attraverso un cardines è la “rotonda Marina”. Lungo un tratto di corridoio molto breve, che va dalla rotonda verso sud, è visibile un graffito rappresentante un monogramma e due barche stilizzate a pesce: tale punto indica la tomba del vescovo Siracosio. Per i primi cristiani la barca significava la chiesa nella tempesta del cammino di santità, il pesce invece veniva usato perché scritto in greco ICTUS le sue lettere costituivano le iniziali della frase “Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore”.
Dalla “rotonda Marina”, tramite un breve cunicolo, si può passare poi alla rotonda più grande, quella di Adelphia. Qui nel 1872 fu ritrovato un prestigioso sarcofago di marmo scolpito nelle officine romane: presenta 62 personaggi biblici del vecchio e del nuovo Testamento, e al centro una conchiglia con due busti (marito e moglie); poi fu inviato a Siracusa per accogliere il corpo di Adelphia, moglie del proconsole Valerio (IV secolo). Tale sarcofago è oggi conservato al museo regionale “Paolo Orsi” di Siracusa.
Naturalmente, come per la vicina basilica, nel corso dei secoli le catacombe hanno subito la depredazione e la profanazione dei vari popoli invasori arrivati a Siracusa: i Vandali di Genserico nel 440, i Goti di Totila nel 549 e i Saraceni nell’undicesimo secolo. Dell’antica dimora funebre non abbiamo – secondo le parole di P. Orsi – che lo scheletro denudato.
Le catacombe furono del tutto abbandonate alla fine del VI secolo. La Siracusa sotterranea, quasi del tutto sconosciuta fino al XVI secolo, destò interesse e curiosità solo agli inizi del secolo XVII. Ma soltanto alla fine del secolo scorso, con Paolo Orsi ebbero inizio gli scavi archeologici che furono condotti con rigore scientifico.
PER INFORMAZIONI
Tel 0931 .64694
Fax 0931.66751
Email info@kairos-web.com):
ORARI DI APERTURA
da martedì a domenica: ore 9,30 – 12,30 e 14.30 – 17.30
Chiusura pomeridiana anticipata di un ora negli orari invernali
TARIFFE
Per visitare il sito è obbligatoria la guida. Il percorso prevede: Basilica di S. Giovanni, Catacombe e Cripta di S. Marciano.
Le tariffe sono comprensive di visita guidata.
Intero € 8.00
Ridotto (under 15 ed over 65) € 5.00
Comitive (pellegrini e scuole): € 3,00
ACCESSIBILITA’
Sito senza barriere architettoniche ad eccezione della cripta per la presenza di scalini.
Indirizzo: Via San Giovanni alle Catacombe, 1 – 96100 Siracusa
Coordinate: N 37.076682 – E 15.284895
Catacomba di S. Lucia fuori le mura
La più antica testimonianza della presenza di chiesa a Siracusa e in Sicilia
Risale al III sec. d.C. Costituita da un cimitero di comunità e da alcuni ipogei di diritto privato, colegati da gallerie. I luoghi di sepoltura furono poi trasformati in aree di culto, fino a essere usati come rifugi antiaerei.
Simile ai modelli romani si configura l’articolazione del cimitero in più regioni – nate e dall’accorpamento di ipogei di diritto privato e dal reimpiego di preesistenze di natura cultuale (il «Sacello Pagano» della regione C, di età ellenistica) -, lo schema delle gallerie con loculi impilati alle pareti nelle regioniriservate a sepolture importanti, vengono trasformati in aree di culto nel periodo successivo all’utilizzazione funeraria vine considerato tradizionalmente le più antiche (metà del III sec.)
Nel corso del tempo, venne allterata lla struttura originaria del cimitero, fra i possibilimotivi, possiamo elencare con certezza: 1) la creazione della basilica soprastante e della chiesa del sepolcro di S. Lucia (XVII sec.), che hanno investito con tagli ed interventi demolitivi le regioni più nevralgiche della catacomba; 2) la realizzazione del sottopassaggio basilica-chiesa sepolcro (XVII sec.), che intercettò alcune diramazioni del livello superiore della regione A e interruppe la sua connessione con l’oratorio ; 3) l’erezione del portico della basilica (XVIII sec.), che ha demolito alcune parti della regione, trasformata in oratorio in età bizantina.
Le difficili condizioni statiche del complesso ipogeo hanno limitato la fruizione della catacomba, da parte del pubblico, unicamente alla regione A che, per le caratteristiche strutturali (gallerie alte e strette e loculi impilati alle pareti), si configura indubbiamente come un prodotto dell’età precostantiniana.
• intero: € 8,00
• ridotto (under 15 ed over 65): € 5,00
• ridotto scolastico e gruppi di istruzione catechetica: € 3,00
• ingresso gratuito per le guide o gli insegnanti accompagnatori
Telefono: 0931 64694 – Fax: 0931 66751
Email: info@kairos-web.com
Indirizzo: Piazza S. Lucia – Siracusa
Coordinate: N 37.072851 – E 15.291451
Museo aretuseo dei Pupi
Materiale di scena, marionette, bozzetti, manifesti, attrezzi di falegnameria e tutto quello che testimonia il lavoro della famiglia Vaccaro
Il patrimonio artistico dei fratelli Vaccaro, famosi pupari siracusani, trova spazio in questo museo.
L’associazione “Vaccaro-Mauceri” apre il sipario sull’operato dei fratelli Vaccaro e sul loro mondo fantastico, dove trovano posto cavalieri cristiano e saraceni, maghi, streghe e creature mostruose.
Un percorso arricchito da schede storiche che ripercorrono i punti salienti della loro storia, dalla nascita del laboratorio di Vicolo dell’Ulivo, all’esordio dei fratelli Mauceri. Un libro aperto su alcune suggestive pagine di storia siracusana, oggi a disposizione di tutti.
PER INFORMAZIONI
Tel. 0931 1995531
Cell. 347 3810826
Email. info@pupari.com
ORARI DI APERTURA
Aperto da marzo a novembre e periodo natalizio
Dal lunedì al sabato
Da marzo a maggio
Ore 11:00 > 13:00 / 16:00 > 18:00
Da giugno ad agosto
Ore 11:00 > ore 18:00 (orario continuato)
(Chiuso 15 agosto)
Da settembre a novembre
ore 11:00 > 13:00 / 16:00 > 18:00
Apertura straordinaria
Dal 15 dicembre al 15 gennaio
ore 11:00 > 13:00 / 16:00 > 18:00
(chiuso la mattina del 25-26 dic. e 1 gen.)
TARIFFE
Intero € 3,00
Ridotto € 2,00 (da 3 a 12 anni)
Disabili € 2,00
Residenti SR € 1,00
Bambini sotto i 3 anni Gratis
Per saperne di più: http://www.museodeipupisiracusa.it
Per saperne di più: http://www.pupari.com/
Indirizzo: Piazza San Giuseppe, 33 – Siracusa
Coordinate: N 37.059118 – E 15.295924
Noto
Museo Civico Archeologico di Noto
Un Viaggio in Sicilia tra Classicismo e Barocco
Il Museo civico di Noto è composta da due sezioni: la prima, archeologica, raggruppa reperti ritrovati negli scavi dell’antico sito di Noto. L’altra, artistica,è di fatto la Galleria d’arte contemporanea E.E. Pirrone, realizzata grazie alla donazione delle opere dello scultore Giuseppe Pirrone, riconosciuto artisticamente a livello nazionale. Si possono ammirare sculture a tutto tondo, rilievi e medaglie prodotte in vari materiali che vanno dalla terracotta all’oro.
PER INFORAZIONI:
Tel:0931 – 836462
ORARI DI APERTURA:
Aperto tutti i giorni
Orario invernale fino a Marzo: 10.30 – 13.00 / 14.30 – 16.00
PREZZO DEL BIGLIETTO
€ 2,00
Biglietto cumulativo di €. 4,00 per visitare
Museo-Sala degli specchi-Teatro Comunale
Per saperne di più: http://turismo.provsr.it/documents/museo_civico.html
Indirizzo: Corso Vittorio Emanuele, 149 – 96017 Noto
Coordinate: N 36.891227 – E 15.069542
Il museo etnografico di Noto

Per informazioni e prenotazioni: + 39 366 27 35 803, e-mail museoetnograficodinoto@gmail.com
Museo del presepe : “Le mille e una grotta”
Il presepe rappresenta, una perfetta sintesi di arte, messaggio religioso e tradizione popolare, una pagina di Vangelo scritta dal popolo.
Il Museo “Le mille e una grotta” allestito presso l’Ex Collegio dei Gesuiti, nel cuore del centro storico di Noto, si inserisce nella prospettiva della divulgazione degli itinerari artistico-religiosi, della promozione e valorizzazione dei beni
Si tratta di un’esposizione di opere interamente realizzate dalla dott.ssa Cettina Perricone ed appartenenti alla propria collezione privata, composta da circa 130 presepi,di varia grandezza e realizzati con svariati materiali.
I pezzi centrali della collezione sono l’unico ed originalissimo presepe tridimensionale all’uncinetto e il presepe meccanico.
In essi la scena della natività è immersa nella quotidianità di un paesaggio rurale siciliano come evento tanto naturale, quale la nascita di un bimbo, quanto straordinario, quale la venuta del Messia, accompagnata da segni misteriosi ed inequivocabili.
Vi sono poi oltre 50 miniature che racchiudono in spazi piccolissimi, quali il guscio di una noce, di un uovo o di una melagrana, la scena centrale della natività.
Il Museo offre al visitatore la possibilità di godere scene di intensa spiritualità e mistero, dove composizione, estro, prospettiva, luce e colore si fondono con sorprendente armonia.
The Christmas crib: a perfect synthesis of art, folklore and religious message, a page of Gospel written by people.
The museum of Christmas crib “Le mille e una grotta” (“The thousand and one grottoes”) set just in the very heart of he old town of Noto, is an exhibiton of works made entirely by hand by Cettina Perricone.
The main of the collection are he mechanical-animated crib and the unique and original three-dimensional crochet crib.
In them the Nativity scene is immersed in the everyday life a rural Sicilian landscape like an event, as natural, the birth of a child, as extraordinary, the coming of the Messiah.
There are , also more than 50 miniatures that enclose in very small objects, such as an egg-shell, a nut-shell or a tailor’s thimble, the main setting of Nativity.
It is surprising, besides, the variety of the materials used.
The Museum offers visitors the opportunity to enjoy scenes of intense spirituality and mystery where composition, creativity, perspective, light and colour blend with surprising harmony.
orario di apertura invernale: dalle 10,00 alle 13,00
orario di apertura estiva:dalle 10,00 alle 13,00 (aperto tutti i giorni)
per aperture fuori orario per gruppi e scolaresche contattare preferibilmente il 3294020478
e-mail: info@museodelpresepenoto.it infoline : +393294020478
Palazzolo Acreide
Casa Museo regionale “Antonino Uccello”
Un museo dove le tradizioni continuano a vivere “sempreverdi”.
La Casa Museo è una creatura di Antonino Uccello, appassionato studioso della cultura popolare siciliana. Uccello ha raccolto e studiato, per oltre trent’anni, tradizioni orali, oggetti, strumenti di lavoro, manufatti di quella civiltà contadina che proprio in quegli anni andava scomparendo. Tutto questo materiale etnografico, assieme ad una pregevole raccolta di pitture su vetro, statuine presepiali, cartelloni dell’ “opra re pupi”, oggetti di corredo, statuine di cera e altro materiale, venne da Antonino Uccello sistemato nei vari locali di una signorile dimora settecentesca dei Ferla-Bonelli che egli aveva, di proposito, acquistato. Un vero e proprio museo etno-antropologico che lo studioso riusciva a vivificare con continue attività culturali che creavano quell’atmosfera reale e magica delle arti, dei mestieri, degli ambienti di lavoro, nelle tradizioni ormai estinti. In questo contesto sbalorditiva è la ricostruzione della “casa ri stari”, della “casa ri massaria”, del “maiazzè” (magazzino) e del frantoio. Nella “casa ri stari” si svolgevano le comuni attività del contadino: la panificazione, usando il forno a legna e tutti gli arnesi (a madida, a sbria, u rastieddu, u palittunu, etc.) che servivano per tale operazione; la produzione della ricotta e del formaggio, usando “a furnacella” e “a tuccena”; la tessitura mediante l’uso del telaio a pedale e degli attrezzi per la filatura (u fusu, a rucca, l’annimmulu, etc.). Nel “maiazzè” venivano custodite le derrate (vino, olio, frumento, cereali) e gli attrezzi di lavoro. Il frantoio è stato ricostruito sul modello già esistente in un ambiente del palazzo. Notevole è la raccolta delle ceramiche siciliane, di Caltagirone in particolare: cucchiai, mestoli in legno prodotti dagli stessi contadini, oggetti religiosi, ex-voti, immagini sacre, giocattoli, pupi siciliani e cartelloni dell’ “opra re pupi”, presepi, sculture in legno ed altro materiale.
PER INFORMAZIONI
Tel: 0931. 881499
ORARI DI APERTURA:
Giorni Feriali 9.00 – 18.30
Domeniche e festivi 14.30 – 19.00
Domenica 15 Febbraio 09,00 – 13,00
La biglietteria chiude mezz’ora prima dell’orario di chiusura
TARIFFE
Intero € 2,00
Ridotto € 1,00 18-25 anni e per i docenti che accompagnano le scolaresche
Gratis sotto i 18 anni
Biglietto cumulativo Area archeologica Akrai + Casa Museo Antonino Uccello € 5,00 intero, 2,50 ridotto
Per saperne di più:http://www.regione.sicilia.it/beniculturali/casamuseouccello/default.asp
Indirizzo: Via Caronte – 96010 Palazzolo Acreide (SR)
Coordinate: N 37.063428 – E 14.904494
Museo viaggiatori sicilia
Un museo fantastico
Il Museo dei Viaggiatori in Sicilia, ospitato nei locali di Palazzo Vaccaro, è frutto della consapevolezza dell’alta valenza culturale e unicità del genere nell’ottica di promuovere il patrimonio culturale, artistico, paesaggistico della Sicilia e in particolare del territorio ibleo. La prestigiosa istituzione museale è ospitata in un edificio religioso del Seicento, ricostruito nell’Ottocento come abitazione privata, denominato Palazzo Vaccaro e dal 1997 di proprietà comunale. Il piano dove ha sede il museo conserva pregevoli volte reali in pietra calcarea iblea e ben si presta alla logica espositiva che si articola in una differenziazione di servizi nella distribuzione degli spazi. Il Museo dei Viaggiatori in Sicilia non è solo un luogo della memoria, ma anche della contemporaneità che alterna, nella elegante esposizione, il documento di ieri attraverso i disegni e le incisioni come utile strumento per un’analisi paesaggistica e monumentale per la tutela dei beni culturali di oggi. Lo stato dei luoghi nel Settecento costituisce la prima immagine di una ricerca sistematica dei rilievi, e quale criterio di comparazione “stimolando nel visitatore il gioco dei raffronti, dei riconoscimenti o dei disconoscimenti”. La collezione è il frutto di appunti e annotazioni, spesso corredate da carte geografiche e disegni, di chi tra Settecento e Ottocento intraprese il viaggio in Sicilia attratto dalle antichità classiche, lasciando una valida e insostituibile testimonianza grafica e descrittiva di conoscenza storico-sociale. Tra le più significative testimonianze si menzionano quelle dell’architetto e pittore francese Jean Houel il quale arrivando in Sicilia nel 1777 disegnò parti del territorio ibleo di straordinaria bellezza quali Cavagrande e Vendicari oltre a dei monumenti resi con la precisione di un cronista, riportando dettagliatamente nei suoi scritti e nelle acquetinte gli aspetti caratterizzanti il patrimonio ambientale e culturale siciliano. Il museo soddisfa le esigenze di una utenza che concepisce il museo come organismo vivo e dinamico, dove al suo interno si possono contemplare momenti di studio, di ricerca, di visione di mostre temporanee sul tema odeporico, sia storiche che legate alla pluralità dei linguaggi contemporanei.
Questa struttura museale con le sue opere vuol essere depositaria e promotrice di una cultura della bellezza, nel senso più nobile e profondo del termine, della quale l’umanità avverte estremo bisogno per un urgente risveglio dello spirito.
TARIFFE
Intero € 2.50
ridotto € 1.00 (under 18 e over 70)
Per saperne di più: http://www.museoviaggiatori.it
Indirizzo: Via Maestranza, 5 – 96010 Palazzolo Acreide (SR)
Coordinate: N 37.063465 – E 14.904753
Buscemi
Museo “I luoghi del lavoro contadino”
Museo civico etnoantrologico per rivivere il mondo rurale.
A pochi chilometri da Palazzolo, arroccato su un colle, Buscemi ospita un singolare e interessante museo, “I Luoghi del Lavoro Contadino”, le cui sale si trovano disseminate per tutto il centro cittadino. Il museo è una struttura privata, cresciuta con attività di volontariato, che intende riproporre la cultura popolare buscemese con finalità didattiche e di sviluppo sociale. Lo attestano le tante iniziative culturali, il dialogo con il mondo della scuola, il coinvolgimento dei giovani, al fine di stimolarli a prendere consapevolezza delle potenzialità economiche che possono scaturire da una giusta utilizzazione del patrimonio culturale ed ambientale. Si tratta in effetti di otto ambienti che ripercorrono il lavoro e la vita della gente degli Iblei. Si va dalle botteghe del fabbro, del calzolaio e del falegname, al palmento dove avveniva la pigiatura dell’uva, al frantoio dove Gabriele Lavia ha ambientato le scene del film “La lupa” con Monica Guerritore, Roul Bova e Michele Placido. La visita prosegue nella “casa ro massaru”, tipica abitazione del piccolo possidente della zona, espressione del ceto medio del mondo contadino della Sicilia orientale. L’interno comprende quattro vani: l’ingresso, la cucina dove è conservato un focolare in pietra (la tannura), la stanza della tessitura (stanza ro tilaru) dove è possibile assistere al ciclo di lavorazione al telaio e la camera da letto con il grande letto matrimoniale e una particolarissima culla appesa al soffitto (la naca), gli abiti ed il corredo portato in dote dalla sposa.
La costituzione del museo della civiltà contadina, che può definirsi come uno dei momenti più felici della crescita della consapevolezza culturale del territorio ibleo, ha il merito, del tutto originale, di aver condotto tali principi ad un modello applicativo tra i più efficaci, tali da coinvolgere direttamente ed intensamente tanto l’ambiente urbano e rurale del territorio, quanto la comunità di individui che lo abita, realizzando, per ciò che già è , ma, soprattutto nella promettente prospettiva di sviluppi futuri, quel preciso ed indispensabile coinvolgimento della struttura socio-economica locale nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale”.
PER INFORMAZIONI
Tel: 0931. 878528
ORARI DI APERTURA
Dal lunedì al sabato 08:30 – 14.00 (ultimo ingresso 12.30) e 15:00 – 18:00 (ultimo ingresso 16.30)
Domenica e festivi aperti solo su prenotazione anche per piccoli gruppi
Su prenotazione possibilità di usufruire della navetta gratuita per visitare il Mulino ad Acqua Santa Lucia di Palazzolo Acreide
TARIFFE
Intero: € 5,00
Ridotto under 18-over 65: € 3,50
Scuole e gruppi: € 3,00
Per saperne di più: http://www.museobuscemi.org/
Indirizzo: 96010 Buscemi (SR)
Coordinate: N 37.085145 – E 14.884116
Sortino
Museo dei Pupi
L’eterna lotta tra il bene e il male rappresentata da una numerosissima collezione di pupi siciliani.
Il museo, anche se con un allestimento visibilmente provvisorio e parziale, ha una sua innegabile suggestività ed alcune stanze catturano l’attenzione e la curiosità dei visitatori in maniera particolare.
I libri di don Ignazio, i suoi manoscritti, la sua storia personale da una parte, i pupi, le loro storie e la ricostruzione della rotta di Roncisvalle dall’altra, guidano il visitatore in epoche e storie diverse, distanti nel tempo ma, per certi versi, parallele e attuali come non mai. La lotta tra cristiani e mori, la difesa della fede e dei principi del cristianesimo, le conversioni e i tradimenti, i vani eroismi e le fughe dei vili, le lotte di potere, gli amori, i tradimenti, le gelosie, la sofferenza e il dolore, tutto può essere trasposto e sovrapposto al villaggio globale che ci ospita oggi. Non per nulla, quello che da più parti e a lungo è stato considerato un teatro di secondo ordine per un popolo di analfabeti, è stato recentemente riscoperto e rivalutato anche da illustri pensatori del secolo appena trascorso che hanno letto nel ciclo dei paladini di Francia e nelle storie più localizzate, all’ombra dell’Etna, un messaggio sociale e culturale non di poco conto e non indifferente che ben si radicava nelle tensioni sociali dell’epoca in cui il teatro dei pupi ha avuto maggior successo popolare. Lo stesso Eco si rifiuta di dare al teatro dei pupi la connotazione di teatro per analfabeti e alle opere rappresentate quella di paraletteratura, al contrario è ben cosciente del valore etico, morale e sociale dell’epica dei cavalieri di Francia. Don Ignazio, lamentandosi della disaffezione dei giovani per questa forma di spettacolo, lo considerava invece adatto proprio a loro: “E’ istruttivo. Fa conoscere le storie, insegna tante cose, ad essere onesti, ad amare la libertà, tante cose”.
Oggi, certo, duole vederlo spesso confinato nel mondo del folklore, ad uso e consumo del turista di turno o, nel migliore dei casi, degli studenti preparati da docenti appassionati, con spettacoli che somigliano ai fast food e con la pretesa di dare in un sol colpo uno spaccato del costume dell’epoca. Molti lamentano, e lo faceva anche don Ignazio prima di morire, l’abbandono da parte di chi di cultura si dovrebbe occupare, il mancato sostegno ad un’arte che certo nulla ha da invidiare ad altre forme di spettacolo. Sortino è stato, per qualche anno, un’isola felice perchè ha promosso l’annuale rassegna delle marionette, nel corso della quale, tra uno spettacolo e una mostra, si è cercato di aprire un dibattito di rilevante spessore culturale, mettendo a confronto più scuole e più tesi ed interrogandosi sulla valenza e sul futuro dei pupi siciliani che, per essere stati dichiarati “patrimonio dell’umanità” non godono poi di così tanta attenzione. Altri, invece, pur continuando a sollecitare maggior attenzione da Enti e Istituzioni, hanno intrapreso un’opera di innovazione e di ricerca con un piede nel passato, un altro nel presente e la mente nel futuro, ottenendo, va detto, dei risultati decisamente apprezzabili già nell’immediato e forse ancor più nel futuro.
PER INFORMAZIONI
Tel. 3338921182 – 3331770523
ORARI DI APERTURA
Possibilità di visitare il museo tutti i giorni su prenotazione
TARIFFE
Intero 2.00 con visita guidata
Ridotto 1.00 per scolaresche
Indirizzo: Piazza Adrice I – 96010 Sortino SR
Coordinate: N 37.15705 – E 15.026461
Casa Museo dell’apicultura tradizionale
“La casa do’ Fascitraru” mostra con fedeltà storica come i mastri fascitrari costruivano i fascetri per la raccolta del miele
Sciurtinu città dô meli è ‘ntitulatu,
pô ranni nnummuru di vecchi fascitrari
ca cu ‘mpegnu e simpatia hana tramannatu
ê picciotti l’arti e ‘i stigghi pi travagghiari.
Il miele straordinariamente aromatico dei monti Iblei, dove crescono copiose le piante mellifere dai fiori profumatissimi, è conosciuto da sempre e prodotto nel corso dei secoli con amore e cura dalle comunità montane. Sortino, povera di terre fertili ma dalla millenaria tradizione apistica, è la città che più di tutte rappresenta la genuinità di questo prodotto. Qui si svolge ogni anno la “Sagra del miele” che attira numerosi visitatori, non solo dalla provincia di Siracusa.
Mangiare del miele non significa solo gustare la dolcezza e l’aroma di un prodotto naturale ottenuto senza manipolazioni da parte dell’uomo, ma vuol dire anche rivivere la nostra storia col suo mondo agricolo, fatto di tribolazioni, soddisfazioni, sconfitte e di piccole e grandi vittorie su una natura tante volte ingrata e difficile. Quel mondo oggi è raccontato dalle testimonianze del passato, capaci di fare conoscere e rivivere quella che fu la “cultura” del miele.
Il “fascitraru” (apicoltore) costruiva da sè la gran parte degli strumenti tipici del mestiere e li conservava nela propria abitazione. La Casa costituiva per l’apicoltore vanto e segno di benessere familiare, che per atavica connaturata riservatezza, non andava ostentato.
La “Casa dô fascitraru” di Sortino, un altro nome di questo museo, è la ricostruzione fedele di quell’ambiente, dove rivive la genuina memoria del passato che, anche attraverso dimostrazioni pratiche, fa comprendere la fatica amorevole con cui gli apicoltori lavoravano.Presenta delle peculiarità sulle quali i vecchi apicoltori si rispecchiano rivivendo emotivamente i momenti tristi o felici dell’operosità loro e delle api.
La Casa mostra – con le visite guidate – come i mastri fascitrari costruivano ’i fascetri (le arnie) câ ferra (con la ferula, Ferula Comunis, caratteristico legno poroso e leggero), sui banchi di lavoro, cioè supra ô vancu ’i sgarruzzari (sul banco deputato a tagliare a rocchetti – catrozzi – i fusti della ferula) e supra ô vancu ’i parari (sul banco adatto a piallare e sfaccettare i rocchetti). viene anche illustrato come veniva effettuata la smielatura dê bbrischi (dei favi).
Oltre le panciute giare del miele, trovano posto nella Casa anche il tipico carretto (’a carretta), il torchio (’u consu), i molti fascetri, i tanti arnesi da lavoro, i depositi di rocchetti, appoggiati alti sulla parete, le lunghe verghe di mandorlo selvatico, di olivastro, di mirto e di bagolaro.
PER INFORMAZIONI
Tel. 0931/952992; 333/9003816.
email: casamuseoapicoltura@gmail.com;
ORARI DI APERTURA:
Da concordare al momento della prenotazione della visita
Per le festività il museo è aperto su prenotazione
TARIFFE
Intero: € 2,00
Gruppi e scolaresche € 1,50
Bambini 0-13 €1,00
Per saperne di più: http://www.museoapicoltura.beepworld.it.
Indirizzo: Via Gioberti, n. 5 (ang. C.so Umberto I , 99) – Sortino (SR)
Coordinate: N 37.156931 – E 15.027731
Floridia
Museo Etnografico “Nunzio Bruno”
La civiltà contadina e artigianale degli Iblei
Alla fine degli anni ’50 un’inadatta pianificazione industriale non incentrata sullo sfruttamento delle risorse produttive e culturali autoctone induce i lavoratori a trovare sbocco in ciò che propone la volontà di politiche istituzionali che escludono il potenziamento dell’agricoltura, dell’artigianato e del turismo, fattori produttivi invece affini al raggiungimento di un pieno sviluppo socio economico delle nostre comunità.
Quindi l’esodo dalle campagne e la distruzione delle condizioni vitali sulle quali poggiava la nostra civiltà contadina portano alla morte dei mestieri tradizionali. Scompaiono dai paesi le botteghe dei carradori e dei falegnami e con esse gli odori di colla e legno che si respirava lungo le strade, cambiano i mezzi di locomozione e la moda di costruire bei portoni massicci per l’ingresso di palazzi storici e palazzotti liberty. Finiscono i ragazzi di poter vedere sprizzare scintille infuocate dalle fucine dei mastri ferrai, che realizzavano inferriate e anche quella parte del carretto tipico di scuola catanese che è considerata fra le più pregiate, (‘a cascia ‘i fusu). I telai, belli anche da vedere, non occupano spazi nelle case e la lavorazione di latta e terracotta non serve più perché ciotole, brocche e laterizi sono ormai di plastica, contenitori fatti di metalli sempre più consoni a contenere inalterati i cibi e comunque inizia l’avvento lei prodotti semilavorati di chiara produzione seriale. Ma nel contempo ci sono stati coloro che hanno intuito in tempo l’importanza di intraprendere un processo conservativo di oggetti e documenti appartenenti al modo di vivere degli ultimi due secoli, nell’intenzione di analizzare i segni dell’uomo di quei luoghi e di mantenerne intatto anche il “paesaggio naturale”con la istituzione di parecchie aree naturalistiche. Lavorare incessantemente per mantenere salda la identità storico-sociale, è questo il messaggio che contiene il grido accorato di gruppi di intellettuali volto a sensibilizzare i tanti appassionati di cultura siciliana, come il Maestro Nunzio Bruno, sensibile e poliedrico artista, al quale si deve il museo etnografico sorto a Floridia nel 2004.
A Lui si deve una preziosa raccolta di oggetti un tempo utilizzati nelle attività quotidiane e lavorative da contadini, pastori, abili artigiani e nella piccola industria. La struttura è composta da 8 sale espositive in cui sono esposti oggetti che appartengono ai vari cicli produttivi, arricchiti dalle collezioni di ceramica d’uso popolare, vecchi giocattoli, reperti litici e completate da attrezzi e utensili che fanno parte del frantoio e del palmento. Al centro di una delle sale il bel telaio, motivo d’orgoglio per tante donne e gli oggetti per la panificazione casalinga, attività settimanale dalla quale proveniva il pane di casa floridiano di fior di farina di grano duro. La “bottega del carradore”rappresentativa della storia del patrimonio conservato, raccoglie tutti gli attrezzi utili alla costruzione del carretto siciliano; il classico carretto dipinto, il carretto agricolo, il carretto dell’apicoltore e vari carrettini a mano. Molti sono i pezzi di pregio per la rarità, lo stato di conservazione e la completezza resa ad alcuni cicli, fra i quali un tornio per la lavorazione del legno del 1800, appartenuto al “mastru fa carretta” (maestro carradore) Don Salvatore Rizza. Il materiale raccolto proviene da diverse botteghe artigiane di Floridia e da generose donazioni di artigiani e contadini dei paesi limitrofi, come Solarino, Sortino, Canicattini Bagni, Avola, nonché dalla intuizione nel recupero. Alla fine del percorso espositivo dal curatore è stata ideata la bottega in cui veniva venduto di tutto, dalla farina alla pasta e legumi al lucido per le scarpe, agli aghi e filo, ai giocattoli e al petrolio…qualcosa di inimmaginabile per i giovani di oggi “figli dei supermercati all’americana”.
Il ruolo dei musei, pur mantenendo quello conservativo, si è evoluto assumendo un carattere comunicativo attraverso strumenti quali il progetto espositivo, le didascalie, visite guidate, pubblicazioni scientifiche e divulgativo-didattiche. Tali elementi hanno costituito la base per l’istituzione di un centro studi, denominato Centro Studi Sortino Antica, finalizzato allo studio e al restauro degli oggetti e alla organizzazione di laboratori didattici. Questi itinerari culturali saranno progettati ed erogati al fine di rendere più comprensibile e fruibile il nostro patrimonio e resi attraverso il “fare didatticamente”,pianificato allo scopo di diffondere tali conoscenze multidisciplinari ad un pubblico ampio e differenziato.
Il museo posto al centro del processo di apprendimento continuo insito nella società contemporanea è l’istituzione che crede fortemente sull’opera di promozione del territorio, attraverso la valorizzazione delle peculiarità ambientali, economiche e culturali, spesso solo in parte apprezzate.
PER INFORMAZIONI
tel. 0931-949301
ORARI DI APERTURA
Dal lunedì al venerdì dalle ore 17.00 alle ore 20.00
Sabato e domenica su prenotazione
TARIFFE BIGLIETTI
Intero €2,50
Ridotto € 1,50 per gruppi scolastici
Gruppi ogni 10 p. 1 gratuità
Guida in Italiano 30,00
Guida in Inglese 50,00
Per gruppi di minimo 10 persone, a richiesta, è disponibile una degustazione di pane, miele, olio e altri prodotti tipici locali.
Per saperne di più: http://www.museofloridia.it
Indirizzo: Piazza Umbero I, 27 – 96014 Floridia (SR)
Coordinate: N 37.081967 – E 15.152202
Parco Storico “Lucia Migliaccio”
Mostra documentaria permanente per rendere omaggio alla duchessa di Floridia e ripercorrere il suo personale contributo alla storia del Paese
La mostra documentaria permanente su Lucia permette di recuperare una parte della storia e dell’identità culturale di Floridia, che travalica le vicende locali e si collega con quelle più vaste e complesse dei centri di Palermo e di Napoli. Ripercorrere queste testimonianze vuol dire immergersi nell’atmosfera e nell’ambientazione del primo ottocento ed esplorare un percorso storico di largo respiro che accomuna culture e località diverse.
Lucia Migliaccio nasce a Siracusa il 18 gennaio del 1770, da Vincenzo Migliaccio, duca di Floridia, e da Dorotea Borgia e Rau, dei marchesi del casale, primissime famiglie di Siracusa. Per prematura morte del fratello Ignazio e quella del padre, diventa a soli 5 anni, unica erede del casato, col titolo di X duchessa di Floridia e baronessa della Cavalera. In lei la microstoria si intreccia con la macrostoria. Divenuta, infatti, sposa di Ferdinando I di Borbone, re delle Due Sicilie, visse, sia pure di riflesso, gli eventi storici che tra il 1814 e il 1826 agitarono l’Italia. Lucia Migliaccio, donna di rare virtù, tanto bella da ispirare grandi artisti (Camuccini, Berger), poeti (Meli), scultori e ceramisti dell’epoca (Lucia fu ritratta in cammei e in vasi di Capodimonte), si occupava di scegliere le maestre di Floridia, donava denaro ai contadini poveri e intercesse affinché l’intendenza fosse affidata a Siracusa. Lucia, decima e ultima duchessa di Floridia, “ebbe la singolare ventura di nascere figlia di duca, di diventare moglie di principe e di morire consorte di re”.
La Mostra documentaria permanente si trova all’interno di un edificio storico che costeggia la piazza principale del paese e si compone di tre settori:
- Floridia e Lucia Migliaccio
- Palermo e Lucia
- Napoli e Lucia
Il 1° settore, curato dal Prof. Vincenzo La Rocca, comprende documenti e immagini relativi alle origini del borgo e ai suoi primi anni di storia, dalla Licentia populandi concessa a donna Flavia Bonaiuto e Perno e a don Lucio Bonanno Colonna il 31 marzo 1627, fino a Vincenzo Migliaccio e Dorotea Borgia Rau, genitori di Lucia.
Il 2° settore illustra la vita di Lucia moglie del principe Benedetto Grifeo di Partanna, i suoi rapporti con la corte palermitana e con gli intellettuali dell’epoca, in particolare i poeti Meli e Goethe.
Il 3° settore, a cura della napoletana Prof.ssa Tonia Romano, raccoglie le testimonianze della vita di Lucia a fianco di Ferdinando I, re delle Due Sicilie, nelle sue splendide dimore napoletane di Villa “La Floridiana”, Villa Lucia e Palazzo Partanna.
Il Parco è fornito, inoltre, di un settore didattico, costituito da strumenti audiovisivi e multimediali, che hanno lo scopo di far conoscere non solo il personaggio di Lucia Migliaccio, ma di operare un recupero delle tradizioni e dei vari avvenimenti storici, offrendo una proposta assolutamente innovativa di fare cultura e una completa immersione nella memoria dei nostri antenati. Fornisce, inoltre, una documentazione epistolare tra Ferdinando e Lucia, che rivela l’intenso rapporto affettivo tra la duchessa di Floridia e il Re, sullo sfondo delle complesse vicende storiche del tempo.
L’iniziativa del Parco Storico “Lucia Migliaccio” è nata su iniziativa della Prof.ssa Lucia Carbonaro e sotto il patrocinio della fondazione FIDAPA e della sua presidente Eugenia Bono. Il Parco Storico “Lucia Migliaccio” è stato il primo a cura della Fondazione, a cui ne sono seguiti molti altri in tutta Italia dedicati a personalità femminili di spicco.
PER INFORMAZIONI
Tel: 3393044386 – 3398497810
ORARI DI APERTURA:
martedì e giovedì
dalle ore 10:00 alle ore 12:00
tutti gli altri giorni dietro prenotazione
Per saperne di più: http://luciamigliaccio.oneminutesite.it/index.html
Indirizzo: via Archimede, 118 – 96014 Floridia (SR)
Coordinate: N 37.0826715 – E 15.151982299999986
Canicattini Bagni
TEMPO
Museo dei sensi, del Tessuto, dell’Emigrante e della Medicina POpolare. Per rivivere le testimonianze del passato contadino canicattinese.
Si tratta di una mostra permanente del tessuto, situata all’interno della “Casa dell’Emigrante”, sorta per valorizzare il lavoro sui tessuti fatto dalle donne canicattinesi dove è possibile ammirare numerose “opere d’arte” riguardanti lavori ricamati.
Questo importantissimo museo antropologico è situato dentro un’abitazione risalente ai primi del 900, la cui costruzione venne finanziata dagli emigranti che lasciavano la loro città per cercare fortuna negli Stati Uniti o in America Latina. La costruzione di essa venne affidata a capomastri molto noti dell’epoca, che misero su una bella casa in forme tardo liberty avente ogni sorta di lussi per l’epoca (decorazioni architettoniche, bagno, interruttori per la luce, rubinetti per acqua calda e fredda e addirittura i primi elettrodomestici) finanziati dai dollari americani che gli emigranti guadagnavano.Dopo 30 anni questa casa riapre come museo antropologico posto a dimostrazione della condizione sociale canicattinese legata all’emigrazione e al rapido accrescere delle fortune in denaro delle famiglie emigrate. La “Casa dell’Emigrante” presenta numerose stanze: Ingresso, “Puzzu Luci” (cortile), “Majazzè ” (ripostiglio, cantina), “Stanza re Picciriddi” (cameretta per i bambini), “Stanza ri Manciari” (sala da pranzo), Cucina, Salotto e Stanza da letto. All’Ingresso delimitato da un bell’arco in pietra intagliata, vi sono numerosi attrezzi da lavoro di quell’epoca.
Nel “Puzzu Luci” vi sono esposti attrezzi agricoli e piante mediterranee usate all’epoca come coloranti. Nel “Majazzè” vi sono conservati una culla ad amaca (“Naca a vientu”) e una cucina a legna di allora (“Tannura”). Nella “Stanza re Picciriddi” troviamo oggetti legati al culto di “San Paolo Apostolo” e al cosaiddetto culto dei “Ciarauli” di Solarino e Palazzolo Acreide, tra cui una statuetta dell’Apostolo e un boccaccio contenente una vipera perfettamente conservata sott’olio. La cucina è caratterizzata dal grande forno scuro dove si cucinavano quasi esclusivamente “Scacci” e “Impanati ” per Natale. Troviamo mobiletti in legno e numerosi tessuti fra cui i “Frazzat “, antiche tovaglie in stoffa di ispirazione araba. Nella “Stanza ri Manciari”, antica sala da pranzo, troviamo un telaio (“Tilaru”) ben conservato oltre ad altri suppellettili d’epoca. Nel Salotto, oltre ad antiche poltrone, credenze e tavolinetti, troviamo un vecchio Reliquiario proveniente da Siracusa dove vi erano conservati vestiti attribuiti a “Santa Lucia”. Infine nella Stanza da Letto vi sono arredi d’epoca (armadi, grandi comò detti “Cantarani”, comodini e letti in ferro battuto) corredati con tessuti del tempo.
In questa casa si conservano molti indumenti votivi legati al “Culto dei Santi” tra cui una mantella legata al culto di “Sant’Antonio Abate”.
ORARI BIGLIETTERIA E VISITE (Tel: 0931. 945322 – 3381914975 – 3335703470):
Solo su prenotazione.
Per saperne di più: http://www.galleriadelricamo.com
Indirizzo: Via G. Marconi, 2 – 96010 Canicattini Bagni (SR)
Coordinate: N 37.032073 – E 15.066501
Solarino
Casa del Novecento
La Casa del Novecento è una struttura museale solarinese adibita a centro di formazione culturale. Essa sorge in Via Bellini 43 all’interno di una casa novecentesca in stile liberty. Si tratta di una piccola casa – museo arredata con mobili d’epoca avente anche oggetti del tardo 800 e del primo 900.
Come detto prima questa struttura funge anche da centro di formazione, per informazioni più dettagliate visitate il sito www.calafiore.it .
Lentini
Il Museo Archeologico Regionale di Lentini
Il Museo archeologico di Lentini, il cui primo nucleo proviene dall’antico Museo Civico, è ospitato in una sede risalente agli anni cinquanta ed è stato recentemente rinnovato negli allestimenti e nelle esposizioni.
Buona parte dei reperti esposti, secondo un ordinamento cronologico e topografico, proviene dagli scavi effettuati negli anni Cinquanta nella valle S. Mauro (complesso delle fortificazioni e necropoli) e sul colle della Metapiccola (insediamento dell’età del Ferro e abitato arcaico). Notevoli per quantità e qualità i materiali provenienti da collezioni private, la più importante delle quali è la Collezione Santapaola. Fra i reperti provenienti dalle indagini ed alle scoperte effettuate, negli anni più recenti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali di Siracusa nel territorio e nel sito urbano della città odierna, rivestono particolare interesse i materiali dai santuari extraurbani di Scala Portazza e Alaimo.
Orari ingresso: da martedi a domenica dalle 9,00-18,00
biglietto singolo intero: € 4,00 ; ridotto € 2,00
Rosolini
Alla riscoperta della memoria storica del territorio
Il paesaggio, la preistoria, la storia delle origini del borgo e le tradizioni legate alla cultura contadina distintiva di questo territorio hanno trovato uno spazio espositivo nelle sale palazzo ottocentesco che le ospita. Questa struttura museale di Rosolini rappresenta un luogo di cultura e promozione turistica e si snoda in un percorso sviluppato su sei aree tematiche.
La Sala del Carretto espone, oltre ad un carretto tipico dell’area ragusana di riferimento dei numerosi e valenti caradori locali, attrezzi originali caratteristici e uno splendido telaio ottocentesco rappresentativo della diffusa tradizione della tessitura.
Orari di apertura:
lunedì dalle 9,30 alle 12,00
mercoledi dalle 16,00 alle 18,00
venerdì dalle 9,30 alle 12,00
Per visite oltre queste giornate contattare Prof. Giuseppina Milceri: 3338410227
Tariffe
Contributo di € 2,00 finalizzato allo sviluppo di attività di promozione del territorio
Indirizzo: Via Aprile, 52 – Rosolini
Coordinate: N 36.818675 – E 14.95099700000003
Catania
Museo dello Sbarco 1943
Il Museo occupa una superficie di circa 3000 mq, ha sede presso il complesso Le Ciminiere, di proprietà della Provincia Regionale di Catania.
Il complesso, è un sito di antiche zolfatare recuperate alla città di Catania ad opera dell’architetto Giacomo Leone che ha coniugato modernità architettonica e memoria storica dei luoghi.
Questo esempio di archeologia industriale che sia affaccia sul mare oggi è centro non solo del museo dello Sbarco e del Cinema, ma di convegni ed iniziative culturali
Il Museo è anche un luogo di trasmissione della memoria storica, elemento fondamentale per l’identità individuale e collettiva. Il Museo non è solo una raccolta di antichi reperti, ma è un luogo attivo che interagisce con i visitatori che dal percorso musegrafico possono trarre, non solo godimento dei beni esposti ma essere stimolati in giudizi e valutazioni.
Il Museo dello Sbarco in Sicilia – 1943 è dedicato all’avvenimento storico, durante la seconda guerra mondiale, che avviò la Sicilia e l’Italia tutta verso la liberazione dall’occupazione tedesca .
Il Museo è aperto al pubblico di mattina tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 9,00 alle ore 12,30. Chiusura h. 14.00.
Il Museo apre anche di pomeriggio nelle giornate di Martedì e Giovedì: dalle ore 15,00 alle ore 17,00. Chiusura h. 18.00.
Il museo è aperto anche nei seguenti giorni festivi :
- 6 gennaio, epifania
- 25 aprile, festa della liberazione
- 2 giugno, festa della Repubblica
- 8 dicembre, Immacolata concezione
- 26 dicembre, Santo Stefano
Come Arrivare
Il Museo, sito a Catania nella centralissima arteria di Viale Africa, è raggiungibile a piedi in dieci minuti dal centro storico, o con le linee urbane.
Si trova a pochi metri dalla Stazione Centrale e dal capolinea autobus delle società SAIS ed ETNA che collegano Catania alle altre Province e alle città più importanti della Sicilia.
Indirizzo: Viale Africa le ciminiere 95137 Catania
Numero di telefono: Tel +39 0935-545755
Giorni di apertura: Il Museo è aperto al pubblico di mattina tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle ore 9,00 alle ore 12,30. Chiusura h. 14.00. Il Museo apre anche di pomeriggio nelle giornate di Martedì e Giovedì: dalle ore 15,00 alle ore 17,00. Chiusura h. 18.00.
Sito Web: www.tcmitalia.it